Oscar e Roberta, pur essendo entrambi impiegati dell’aeroporto di Linate, si conobbero casualmente per la prima volta in vacanza, sull’isola di Milos in Grecia nel 1996. Nacque l’amore, e al rientro dalla Grecia, la relazione si fece seria. Passano circa 2 anni e il 7 Aprile 1998 nasco io, nel pieno della primavera, il periodo in cui la natura rinasce, ci sentiamo carichi e pieni di energia, perché è un po’ questo l’effetto dei primi giorni di sole, ci rende innamorati e con tanta voglia di vivere, pronti a tutto. Nato al San Raffaele, i primi anni li passai a Milano in “città studi”, una zona tranquilla di una città dalle molte facce. Avendo entrambi i genitori che lavoravano per i primi anni, fui cresciuto dalla nonna in pieno divorzio dal nonno. I primi anni passano e in seguito all’arrivo di mia sorella, la mia famiglia si trasferì fuori Milano, a Melzo. In questa calma cittadina frequentai l’asilo nido. Terminato questo breve periodo, la mia famiglia si trasferì definitivamente a Trecella, frazione di Pozzuolo Martesana.
In questo paese calmo e tranquillo affrontai l’inizio del percorso scolastico. Per la prima volta mi resi conto di essere un singolo individuo che fa parte di un insieme più grande, e non conoscendo nessuno perché appena trasferito, iniziai ad aprirmi e a relazionarmi, stringendo amicizie che hanno definito la persona che sono oggi.
L’uscita dall’infanzia tuttavia la completai nel periodo delle medie, quando mio padre fu licenziato e per fortuna riuscì a trovare un nuovo lavoro, ovviamente fu un periodo particolare perché il lavoro non arrivò subito, ma quasi. L’inizio di un mestiere totalmente nuovo non fu facile, in tutto ciò io vedevo mio papà che non era più lo stesso, perché finendo tardi di lavorare, quando lo vedevo alla sera era distrutto, non avevo più dei genitori presenti come prima. Quel periodo iniziale fortunatamente terminò, ma io in quei giorni che diventarono mesi mi sentii per la prima volta solo. Adulto. Capii che i miei genitori non ci sarebbero stati per sempre.
Il basket ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita, essendomi sviluppato prima degli altri ragazzi, a confronto ero molto alto. Entrai a far parte di squadre anche importanti, ciò mi permise di conoscere nuovi amici, di fare nuove esperienze e di girare la Lombardia per il campionato. Da piccolo ovviamente il sogno era quello di diventare una stella della NBA, ma col passare del tempo mi resi conto che il mio sogno si allontanava sempre di più. Tutt’ora il basket occupa una parte della mia vita e dei miei sogni, ma non è più il mio obbiettivo, proprio perché mi sono scontrato con altre realtà e persone molto più dotate sia cestisticamente, sia fisicamente.
Oggi ho oltre al basket ho un altro hobby che sta diventando sempre più un sogno, quello di diventare un tatuatore professionista. Al momento mi sto esercitando da autodidatta, la mia camera sommersa di fogli, disegni, pelli sintetiche, aghi, pelle di maiale e inchiostri. Ce la sto mettendo tutta, e tatuando me stesso in punti nascosti, ma soprattutto grazie agli amici più coraggiosi, che mi concedono punti del loro corpo sto facendo pratica anche sulle persone. Credo che il lavoro del tatuatore sia qualcosa di speciale perché non si ferma solo a fare un disegno sulla pelle, ma arriva a lasciare un ricordo che sconfigge il tempo, un tatuaggio è per sempre e sta a noi scegliere cosa portare con noi per il resto dei nostri giorni.
Al momento la grafica fa sempre più parte della mia vita, tanto che isieme a due miei compagni di classe, sto aprendo uno studio grafico dal nome “Trebello Graphics”.