Io, chi sono io? Cercare di parlare di me senza sembrare noioso o narcisista è un’impresa ardua, ma io cercherò di raccontarvi il più possibile di me senza farvi addormentare sulla sedia. Mi chiamo Giovanni, sono un ragazzo del ’99 che vive a Pagazzano, un paesino in provincia di Bergamo. Fin da piccolo ho sempre desiderato uscire dalla mia realtà e dalla cupola protettiva creatasi intorno me. Ho la necessità di scoprire cose nuove, non riesco ad adagiarmi e restare nel mio, cerco di superare me stesso e abbattere i miei limiti. Nella mia vita ci metto l’anima per raggiungere gli obiettivi che mi pongo, e superato uno di essi, ne ho già pronti altri da scalare. Ho capito di avere scelto la strada giusta per il mio futuro in terza superiore: quando lavoro a un progetto grafico di qualsiasi tipo riesco a essere realmente me stesso ed a esprimere il mio potenziale. Ho le idee abbastanza chiare per il mio futuro, voglio proseguire i miei studi almeno fino al raggiungimento della laurea triennale per poi lanciarmi nel mondo lavorativo, nell’ambito della grafica o della comunicazione. Durante questi cinque anni di scuola superiore le mie abilità tecniche, come la mia capacità d’organizzazione sono incrementate notevolmente, so di avere ancora tanto da imparare, ma sono pronto a mettermi in gioco. Col passare degli anni mi convinco sempre di più della strada che sto prendendo e, se sono riuscito a raggiungere questo primo vero obiettivo della mia vita, è anche grazie a tutte le persone che mi sono state vicine e hanno creduto in me. La mia passione per tutto quello che è comunicazione è nata fin da bambino, quando vedevo le pubblicità alla televisione ne rimanevo affascinato e mi interrogavo sul lavoro che ci fosse dietro, poi, crescendo, ho capito la forza persuasiva di esse e sono rimasto attratto da questa manipolazione indiretta della mente umana. Sono pronto a sporcarmi per prendere in mano le redini del mio futuro. Il motore che alimenta tutto quello che faccio è la passione che metto in ogni cosa che inizio, non riesco a lasciare le cose a metà.