In tutto questo mi sto seriamente rendendo conto di quanto sia difficile inquadrarmi e descrivere me stesso.

Innanzitutto penso sia importante dire il mio nome: mi chiamo Giorgio Grasso. È un cognome che da piccolo mi ha dato parecchi problemi – i bambini sanno essere parecchio cattivi a volte e il mio essere sovrappeso non mi aiutava di certo. Ma non è quello di cui credo dovrei parlare, in fin dei conti la cosa è superata.

Vivo in un piccolo paese di circa 8.000 persone, in cui non succede quasi mai nulla di interessante. Per questo, da qualche tempo, sogno di andarmene e di girare un po’ per il mondo – anche perché finora è una cosa che non ho mai avuto la possibilità di fare.

Sto diventando sempre più curioso e non riesco a stare mai fermo. Amo disegnare, fin da quando ero piccolo. Amo anche leggere. Dopotutto, son figlio di un poeta che possiede una casa editrice – posso dire di essere cresciuto in mezzo ai libri. A volte mi improvviso addirittura scrittore e mi diverto a mettere nero su bianco alcuni episodi della mia vita che ritengo importanti oppure a inventare qualche storia che però difficilmente faccio leggere a qualcuno. Penso anche che la cura del corpo sia importante quanto quella della mente, quindi mi alleno in palestra almeno cinque volte a settimana – dovrei regolarmi sull’alimentazione perché sono letteralmente ciò che si definisce un “pozzo senza fondo”, ma questo è un altro paio di maniche.

Avendo problemi con il sonno, penso di aver molto tempo per fare le cose e per questo tendo a sovraccaricarmi di lavoro. La mancanza di sonno però non influenza la mia personalità: sono un ragazzo pacifico, tranquillo e che bene o male si fa gli affari suoi. Purtroppo, a volte, sono poco riflessivo e spesso mi trovo a pentirmi delle mie decisioni ed è quello che ho creduto riguardo la scelta della scuola, fino a quando ho conosciuto Vittorio e Arkadi in palestra. Vittorio è diventato una specie di eroe per me: nonostante la sua vita stesse andando a rotoli, era gentilissimo con tutti quanti e sorrideva sempre. Arkadi invece mi ha introdotto in un mondo tutto nuovo, insegnandomi diverse cose anche sulla fotografia e sul montaggio video. Spesso mi porta con sé a fare shooting e a filmare degli eventi, così che io possa imparare anche fuori da scuola come si lavora. Ho appreso l’uso di programmi che a lezione non usiamo e, soprattutto, ho imparato a relazionarmi e a farmi amiche anche le persone che non conosco. Tutto questo ha riacceso in me una grande passione e mi ha fatto comprendere che, anche per vie traverse, questa è la mia strada.

Sono molto fiducioso verso il futuro: mi conosco e so che in un modo o nell’altro riuscirò a cavarmela sempre e comunque, indipendentemente da tutti i problemi che sarò costretto ad affrontare.