“Sta calando la notte

la città si sta addormentando come una nonnina stanca

lo spazio è nostro.”

Koltès

Uno spazio da riempire con l’immaginazione di una bambina seduta nel suo letto, tutt’altro che pronta per dormire.

Prendevo tutta la cancelleria che potesse servire a qualsiasi cosa avessi in mente quella sera e il mio letto si trasformava nella scrivania di una grande creativa.

Da lettere di Babbo Natale arricchite con disegni o ritagli di giornale alla copertina del quaderno di matematica che magari mi avrebbe aiutato a capirla di più.

Questa mia creatività mi aiutò al colloquio per farmi entrare alle scuole medie che ho frequentato, perchè un mio piccolo lavoro, fatto una delle sere precedenti, aiutò mia madre a descrivermi nel modo più semplice al rettore della scuola.

In questa scuola attraverso un mio professore, per cui ho nutrito una stima profonda, mi sono appassionata alla fotografia e a ciò che sta intorno al lavoro del fotografo, iniziando a capire cosa volevo diventare. Quando però dovetti scegliere per il mio futuro, così piccola e così influenzabile, feci la scelta che non faceva affatto per me: Scienze umane.

Così iniziai il primo anno di scuole superiori. Un anno che, a parte per piccole cose, è solo da dimenticare: ho avuto pazienza nel sopportare quelle 25 piccole donne che componevano la mia classe e ne sono uscita stanca, stravolta ma cresciuta. Sono ritornata sui miei passi, ho seguito ciò che la mia professoressa di Tecnologia delle medie mi aveva consigliato e mi sono ritrovata all’Istituto Zenale e Butinone.

In questi anni la mia passione per la fotografia si è trasformata nella passione per il cinema e per i video. Mi interessa molto il montaggio.

La grafica fa parte di me. Mi ha sempre affascinato come la linea della mina della matita faccia pressione sul foglio e come il polso possa decidere che genere fargli ballare. Nei miei lavori c’è un concentrato di lettering e immagini. Mi piace in particolar modo realizzare manifesti.

Al di fuori della scuola ho altre attività e molte passioni. Per tre anni ho fatto volontariato in un’associazione per aiutare l’Etiopia. Ho fatto anche l’animatrice turistica, solo per il fatto che è dannatamente divertente; stancante si, ma divertente. E infine (e lo scrivo alla fine forse perché è la mia passione più grande) faccio teatro.

Il teatro non si può descrivere a parole, perché il teatro è un sentimento.

È un’arte ma soprattutto un processo di crescita che se intraprendi ti cambia in modo così radicale che vorresti urlare a tutti quanto sia bello ed eccitante trovarti sul palco davanti a un sacco di persone, ed essere TU il centro di quell’attimo.