Avevo le idee chiare, da piccola: sarei stata una grande ballerina! Ricordo ancora quando all’età di cinque anni calzai per la prima volta il mio primo paio di scarpette da ballo: un’emozione indescrivibile.
La danza è sempre stata la mia passione. Mi ha aiutata a crescere, a raggiungere la consapevolezza che per ottenere un buon risultato è necessario collaborare, stare a tempo, disegnare insieme una coreografia.
La danza era un modo per comunicare, per esprimere il mio essere, la mia persona, che molto spesso a causa del mio carattere timido e introverso non era visibile. Danzare era come parlare in silenzio, mostrare un pezzo della propria anima e portarla in scena per condividerla con gli altri.
Era il mio mezzo di comunicazione.
Oggi il mio modo di comunicare è cambiato, per esempio attraverso la grafica. Ho sempre pensato che la danza e la grafica avessero delle analogie; sono entrambe una forma di espressione, con la sola differenza che il disegno resta impresso nel tempo su un foglio attraverso una serie di linee e segni, mentre quando ballavo, con i miei movimenti e le miei scarpette, ero io che disegnavo sul palco, la mia tela bianca.
Il domani è un palcoscenico vuoto. Se lo guardo mi sento ancora una piccola ballerina, timida, emozionata, ma con la voglia di andare in scena e danzare.