Sono stata a Siviglia a gennaio 2018, ho visto la città insieme a mia mamma, mia zia e mia cugina Anita. Il motivo per cui siamo andate è stato per esplorare la zona prima che Anita partisse sei mesi per l’erasmus, precisamente lei sarebbe andata a Huelva una città delle dimensioni di Bergamo più a sud di Siviglia.

 

A Siviglia ho potuto vedere l’influenza araba, l’Alcazár Reales, la Giralda e la pizza di Spagna. I colori caldi per tutta la città. Trasuda arte e passione la città, me ne sono innamorata per il calore delle persone e per i monumenti imponenti che raccontano una cultura diversa dalla nostra. Per la città si trova qualche vero e proprio ristorante ma la tradizione vuole le “taperie”, bar dove si mangiano taps: piccoli porzioni di piatti da mangiare in volontà. Un cameriere una sera mentre ci raccontava un po’ di storia della città mi disse che a Siviglia due cose sono intoccabili: la corrida e la settimana Santa. Ed è vero, sono molto attaccati alle loro tradizioni e ne vanno fieri e questo lo si percepisce a primo impatto anche se penso che le corse coi tori siano ingiuste e crudeli. Si respira aria di spensieratezza in Spagna,  le persone vanno al lavoro verso le 10:00 e tornano a casa alla sera tardi, non vivono con una vera e propria griglia di orari. A Siviglia hanno monumenti antichissimi e li rispettano, li puliscono, la città è trattata bene e questo la fa apprezzare ancora di più. Considero questo viaggio una sorpresa perché prima di partire non mi aspettavo niente, non era una meta che avevo in programma ma vedendola sono rimasta stupita.

 

Huelva invece è una città semplice, non possiede storia perchè un incendio tempo fa ha devastato la città e ora è un posto nuovo. Affaccia sul mare ed è un posto tranquillo, assomiglia molto alle cittadine del sud Italia in cui la vita è semplice. La zona adiacente a Huelva viene chiamata la contea delle fragole per la massiccia produzione favorita da un clima mite tendendo al caldo.

Vedere una persona accanto a me pronta a lasciare tutto per formarsi e crescere fuori casa mi ha fatto capire che l’erasmus è un’occasione da cogliere se si ha la possibilità di farlo perchè ciò che più insegna sono i momenti che ci portiamo nel cuore.

 

Amo il sole, le alte temperature e le persone sorridenti. Mi piace la Spagna per questo suo modo di essere spensierata, un po’ come me.