È come se riuscissi a rivedermi: lì, seduta sul divano, con un enorme ciuccio in caucciù, con gli occhi fissi alla tv, incantata nel vedere quell’orsetto sempliciotto di nome Winnie Pooh. (Amo cantare. Non potevo non mettere un pizzico di musicalità almeno in una frase!)
“Pensa pensa pensa”. Winnie stava sempre a pensare: forse è per questo che prima di fare qualcosa ci penso e ci ripenso, senza mai agire d’impulso. Ho imparato da Winnie. Come posso essere sicura che una determinata scelta sia vincente? Come scegliere tra una tavoletta di cioccolato o una bella mela?
Winnie Pooh pensava e mangiava. Occupava il tempo svuotando innumerevoli vasetti di miele. Non sono un’amante del miele ma non si può dire che non mi piacciano i dolci. Amo mangiare dolci, ed è forse stato questo che mi ha spinto a sperimentare in cucina. Lì ho scoperto che preparare da mangiare non mi piace molto, ma quando si tratta di fare dolci, cambia tutto: l’allegria dello stare insieme tra donne di casa, a ritmo di musica, immerse in un mix di profumi inebrianti… Da quando ho cominciato le superiori, il cibo è diventato un argomento spesso presente nei miei pensieri e nelle mie conversazioni. Vivo ogni giorno sul confine tra odio e amore per il cibo. Amo mangiare ma odio ingrassare, unico problema: al mio corpo piace più ingrassare che mangiare. Il mio interesse si è quindi spinto fuori dalla cucina, dentro il mondo del fitness (attraverso la zumba) e della sana alimentazione: che sì, è un bel mondo, ma solo ogni tanto. A volte ci vuole proprio una bella fetta di torta per stare meglio! Questa oscillazione dà vita ad atteggiamenti che mi fanno arrabbiare tantissimo: il fatto di non riuscire a raggiungere qualcosa senza cadere miriadi di volte. “Oh rabbia”. Senza contare un altro effetto collaterale del mangiare pesante: fare sogni strani. Se da piccola mi divertivo a guardare Winnie Pooh che sognava Efelanti e Noddole, vi lascio immaginare quanto possano essere normali i miei sogni.
Come il famoso orsacchiotto aveva Christopher Robin, io ho la mia famiglia, senza la quale sarei persa. Una mamma e un papà che nonostante lo stress provocato da una prole numerosa, sono sempre pronti a trattare ognuno come se fosse l’unico, a spronarlo e a cercare di tirarne fuori il meglio. Christopher diceva a Pooh: “Sei più coraggioso di quello che credi e più forte di quello che sembri e più intelligente di quello che pensi.” Somigliano un po’ alle parole che mi dicono spesso i miei genitori… Spero abbiano tutti ragione.
Forse Winnie Pooh non ha ancora trovato il suo vero posto nel bosco dei cento acri, sa solo mangiare, pensare e sognare, un po’ come me. Ma entrambi abbiamo le basi per fare delle nostre vite due capolavori.