Da Wikipedia: il nome Sara deriva dall’ebraico שָׂרָה (Sarah) e significa “signora” o “principessa… è questo che i miei genitori immaginavano sarei diventata quando hanno scelto per me questo nome ed io ho afferrato fin da subito questo loro desiderio… ma l’ho interpretato a modo mio.
Nella prima parte della mia vita sono stata una piccola Ariel, una bambina diversa dalle altre a cui non interessava giocare con le bambole o con le Barbie… No, io volevo scoprire il mondo nella sua interezza: curiosando, sognando, fantasticando e molto spesso mettendomi anche nei guai. Mio padre è sempre stato come Tritone, molto protettivo nei miei confronti e pieno di insegnamenti con regole da rispettare, ma la mia voglia di esplorare tante volte andava contro alle sue imposizioni portandomi ad infrangere queste sue leggi.
Questa voglia di avventura però era frenata da un mio piccolo difetto, anche a me infatti come ad Ariel, Ursula fin da piccola mi ha tolto la voce… in che senso direte voi? ,beh ero una bambina timidissima, e l’esprimermi a parole non mi veniva molto semplice, ma a modo mio mi sapevo far capire e infatti come mi dice sempre mia nonna, “il mio sorriso e i miei occhi valevano più di mille parole”.
Crescendo il mio lato principesco è cambiato e la mia anima è diventata più simile a Fiona: una ragazza coraggiosa, ribelle e tutt’altro che femminile, che non voleva un principe azzurro che la venisse a salvare, perché lei poteva benissimo farcela da sola, ovviamente non avevo nulla contro i ragazzi anzi avevo molti più amici maschi che amiche femmine, ma volevo dimostrare a tutti che una ragazza può farcela da sola: non deve per forza avere paura degli insetti o  amare gli One Direction, una ragazza può anche giocare a basket e guardare i Gormiti alla Tv.
In questi anni sono nate le mie grandi passioni: come quella del disegno, della natura e del volontariato per l’Oratorio a cui tuttora dedico la maggior parte del mio tempo… ma aspettate, prima di andare avanti con la  storia devo parlarvi del mio ultimo upgrade come principessa, ossia Elsa di Frozen, che oltre ad essere la mia principessa Disney preferita è quella che ad oggi mi assomiglia di più.
Elsa è responsabile e attenta, nella sua vita è dovuta andare in contro a vari avvenimenti che l’hanno portata a mascherare se stessa per difendersi dalla crudeltà del mondo e anche se può sembrare che lei si porti dietro un mantello coperto da ghiaccio e spine in realtà sotto di esso si nasconde un cuore caldo che scioglie quel velo rendendolo morbido come la neve; questo mio lato materno mi aiuta molto per l’inseguimento del mio sogno, ossia quello di lavorare in mezzo ai bambini, ho infatti sperimentato a fondo l’esperienza da animatrice e quando mi metto in gioco le emozioni che provo sono indescrivibili e mi fanno sentire veramente viva, e questo mio lato voglio sfruttarlo per fare della mia vita l’avventura che ho tanto desiderato.
In fondo sono ancora una bambina, a cui affascina questo mondo fatato, con principesse, draghi e avventure da affrontare, questo è la mia favola, il mio “cera una volta” e sono sicura che un giorno troverò il mio “vissero per sempre felici e contenti”.