ROSA PARKS – Il NO che cambiò la Storia
Capitolo 1:
Era il crepuscolo, e Rosa è costretta a tornare a casa. In realtà lei avrebbe voluto rimanere fuori ma è pericoloso a causa del KKK. Questi avevano mietuto l’ultima vittima proprio pochi giorni prima. Rosa vive con il nonno, la mamma e il fratellino Sylvester. Ritornata e salutata la madre, il dialogo tra Rosa e il nonno si incentra sulla condizione dei neri in America. A quanto pare nel nord la situazione è migliore e l’obiettivo della protagonista è quello di raggiungerlo il prima possibile. La serata si conclude con lo sbarramento delle finestre, una tazza di latte e la compagnia del nonno armato, poiché il rischio di un’invasione dei membri del KKK era sempre alto e quindi la famiglia di Rosa ogni sera doveva barricarsi in casa e prepararsi al peggio.
Capitolo 2:
Nel 1920 Rosa aveva 6 anni. A causa della segregazione razziale era costretta a frequentare una scuola costruita con pochi materiali e frequentata dalle persone di colore, perché i neri non potevano andare nelle scuole dei bianchi. Ma Rosa adorava andare a seguire le lezioni anche se la scuola non aveva i vetri e faceva freddo. Il papà se n’era andato a causa della miseria e dell’alcol. Ma Rosa aveva il nonno che la seguiva. Quando tornava da scuola andava a lavorare nei campi, in estate. Raccoglieva il cotone per ore sotto il sole rovente. Guadagnava pochissimo e il lavoro era molto duro, ma le permetteva di sostenere la famiglia. Tornava a casa con le piaghe sotto i piedi. Un pomeriggio, mentre camminava lungo il fiume con il fratello, incontra dei ragazzi bianchi che vogliono pestarli. Rosa prende una pietra e non si fa spaventare, anzi minaccia a sua volta i ragazzini. Capisce che se avesse mostrato paura sarebbe stata la fine. Di fronte alla sua fermezza i ragazzi rinunciano e Rosa riporta a casa il fratello. Non si era arresa.
Capitolo 3:
Rosa va a vivere da una zia a Montgomery in Alabama per proseguire gli studi.
In città la segregazione era peggiore che in campagna. In nessun posto un nero poteva sedersi di fianco a un bianco. Miss White è la nuova insegnante di Rosa venuta dal nord per aprire una scuola per ragazze di colore, la zia di Rosa vuole che torni in campagna perché la nonna è malata. Rosa cerca di ribellarsi, perché non vuole perdere gli studi iniziati, ma alla fine si arrende con grande rabbia e dispiacere, e dopo aver salutato la sua amata insegnante, ritorna a Pine Level.
Capitolo 4:
Rosa torna a Pine Level per curare sua nonna e per aiutare la sua famiglia. Inizia a lavorare al cucito e si occupa della casa. Leggeva molto, ma non poté diventare insegnante a causa della discriminazione razziale. Incontra Raymond, un uomo determinato che lottava per i diritti dei neri in una associazione chiamata NAACP. I due si sposano: Rosa trova in suo marito la figura fiera di suo nonno. Anche essa si iscrive all’associazione. Rosa registra tutti gli episodi di ingiustizia che accadevano ogni giorno. I neri non potevano neanche rivolgere la parola ai bianchi. Rosa capisce che tanti altri bambini e bambine come lei avevano vissuto una infanzia di paura sempre temendo che il KKK entrasse nelle case e facesse loro del male.
Capitolo 5:
Rosa e Raymond vogliono dei figli che purtroppo non arrivavano. La vita della donna si divide ormai tra l’associazione e la sartoria. Il primo dicembre del 1955, terminata la giornata di lavoro, Rosa prende l’autobus e si siede al centro di questo, dato che non erano presenti uomini bianchi. All’improvviso il tono brusco di una voce maschile la fa sobbalzare e le comanda di alzarsi; lei rifiuta e ha inizio uno scontro verbale con l’autista che si conclude con la chiamata dei poliziotti da parte di quest’ultimo mentre gli altri neri si dileguano per timore.
Capitolo 6:
Dopo essersi ribellata sull’autobus Rosa viene portata in prigione da due poliziotti. La portano in cella e non le danno da bere. Per tutto questo tempo la sua convinzione di essere dalla parte del giusto non crollerà mai. Rivediamo in lei ancora una volta la determinazione del nonno. In prigione la spogliano di tutti i suoi averi ma lei resiste e fa anche amicizia con due detenute – anch’esse di colore – alle quali racconta la sua vicenda, facendo nascere dentro di loro ammirazione per quello che aveva fatto. Finalmente, quando le permettono di telefonare, suo marito e i membri dell’associazione la tirano fuori. All’uscita, dei giornalisti raccolgono quanto è successo e diffondono la notizia.
Capitolo 7:
Non si poteva più tornare indietro, e le riunioni della NAACP continuano. Il loro obiettivo è convincere la corte suprema che la segregazione sui mezzi di trasporto è sbagliata. Decidono dunque di protestare non prendendo più gli autobus: l’associazione avrebbe trovato il modo di fornire mezzi alternativi. Rosa diventa il simbolo della protesta, e tra i suoi sostenitori vi è anche un giovane Martin Luther King. La voce del boicottaggio si sparge per tutta Montgomery e nessun nero prende più un autobus per protesta. Rosa Parks diventa una celebrità.
Capitolo 8:
Dopo un anno di boicottaggio, le autorità di Montgomery cedono. Addirittura i datori di lavoro bianchi vanno a prendere i dipendenti con le loro auto private.
La corte suprema decide infine che sui mezzi pubblici neri e bianchi avrebbero potuto sedersi vicini. Anche il KKK a poco a poco scompare. Rosa non si monta la testa per la vittoria e inizia a viaggiare parlando ai comizi, alle televisioni e a tutto il mondo. La sua vicenda ha rappresentato il piccolo che si ribella al grande.
Riflessione personale sul razzismo:
Racconto ciò che penso sul razzismo, beh da dove cominciare… potrei dire che tutt’oggi esiste il razzismo, ma meno rispetto a quel tempo, perché c’era più ignoranza, ora nel bene o nel male diciamo che si accetta ma non del tutto.
La vicenda che viene raccontata non mi è sembrata umana. Gli essere umani fanno e vivono cose uguali, sono diversi solo nell’aspetto.
Di Rosa Parks mi ha stupito la tenacia della sua lotta nonostante tutto quello che ha passato. E’ riuscita a rimanere forte anche se tutti la guardavano con disprezzo, non ha mai abbassato la testa. Rivedo in questo l’atteggiamento di suo nonno, che ha sempre difeso e protetto sia la loro casa sia lei anche a costo di ricorrere al fucile.
Mi è dispiaciuto quando Rosa ha dovuto rinunciare a fare l’insegnante sia per motivi razziali che per motivi famigliari, essendo dovuta tornare a prendersi cura della nonna che stava male.
La protesta di Rosa non è violenta. Inizialmente si sente rassicurata nel suo modo di agire quando non cede il posto sull’autobus dal semplice fatto di essere dalla parte della ragione. Questa convinzione non la abbandonerà mai.
Anche la prigione non riesce a scoraggiarla, anzi. Non appena uscita decide con i membri dell’associazione di promuovere una forma non violenta di protesta rinunciando ad andare al lavoro con i mezzi pubblici, per la maggior parte utilizzati dalle persone di colore. Questo boicottaggio ha successo, perché i datori di lavoro si rendono conto che hanno bisogno di tutti . La sua determinazione a fare del bene alla fine prevale su tutti i terrori che ha vissuto in passato. La sua protesta non è l’azione di una singola persona, ma riesce a trascinare tutta la comunità di colore, ed è per questo che ha successo.
Approfondimenti:
La vicenda di George Floyd
Il 25 maggio 2020, il 46enne afroamericano, durante un arresto da parte della polizia a Minneapolis, venne immobilizzato dall’agente Derek Chauvin per oltre 9 minuti con un ginocchio sul collo. Morì poco dopo in ospedale. Il filmato fece il giro del mondo scatenando ondate di manifestazioni del movimento Black Lives Matter contro gli abusi e il razzismo delle forze dell’ordine.
“La giostra” di Langston Hughes
Dov’è il posto per Jim Crow
Su questa giostra?
Signore, perché io voglio salire.
Giù nel Sud, da dove provengo,
Bianchi e negri
Non possono sedersi uno accanto all’altro.
Giù nel Sud, nel treno
C’è una carrozza apposta per Jim Crow
Sulle corriere ci mettono dietro,
Ma qui non v’è un retro
Per una giostra!
Dov’è il cavallo
Per un bambino negro?
*poesia contenuta nella raccolta intitolata “Shakespeare in Harlem” pubblicata nel 1942.
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Chi era Jim Crow?
Il personaggio di “Jim Crow”, pigro, furbo, imbroglione, bugiardo e ladro, divenne col tempo l’emblema dell’afroamericano come lo vedevano gli euroamericani.
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Chi era Langston Hughes?