Meucci

Meucci

Impaginazione del capitolo 10 del manuale dei telefoni di Meucci per il comune di Treviglio.

Questo capitolo comprende la descrizione della telefonia e degli accessori a uso militare.

Antonio Meucci, nato a Firenze nel 1808 è un inventore e un patriota, fin da giovane appare interessato ai fenomeni elettrici e magnetici. La sua partecipazione ai moti rivoluzionari del 1831 lo costringe però a trovare riparo in America dove, a New York, fonda una piccola azienda per la produzione di candele in paraffina.
Meucci, che ha una buona preparazione in meccanica e chimica, ha effettuato numerose invenzione e le ha anche brevettate, ma la sua invenzione più celebre è quella del telefono: nel 1854 perfezionando uno strumento sperimentato a Cuba, mette a punto infatti il “telettrofono” ossia il primo telefono elettrico, costituito un diaframma vibrante collegato a un magnete. Questo strumento gli serve per comunicare dal suo ufficio con la moglie ammalata, lo brevetta poi nel 1871 ma, a causa della mancanza di risorse, rimane un brevetto temporaneo da rinnovare ogni anno.

Le sue difficoltà economiche ed i mancati finanziamenti gli impediscono di continuare a migliorare e, soprattutto, a far conoscere la sua invenzione.

Nel 1876 il signor Alexander Graham Bell brevetta un apparecchio simile e rivendica la priorità dell’invenzione, Meucci sospetta che Bell gli abbia copiato i disegni, essendone venuto in possesso, ne segue quindi una lunga disputa giudiziaria che vede Meucci soccombere prima che nel 1887 il giudice gli riconosca la priorità dell’invenzione del telefono meccanico, attribuendo a Bell quella del telefono elettrico coì che Bell potesse continuare a sviluppare la sua azienda, la Bell Company, che diventerà un colosso delle telecomunicazioni.
L’11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha ufficialmente riconosciuto che Antonio Meucci è stato l’inventore del telefono.

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