Capitolo 11 – Io attraverso gli altri 

 

“Sono l’unica persona che vorrei davvero conoscere fino in fondo”1. In realtà è vero solo in parte. Io mi conosco ogni giorno attraverso la storia di altre persone succhiando il midollo stesso della vita. Io in primis non riesco a capirmi totalmente, di conseguenza non mi ritrovo mai nell’immagine che gli altri hanno di me.

Questo fino a quando ho incontrato un piccolo uomo, con una folta barba, senza capelli, alto circa un metro e sessanta (regalandogli qualche centimetro in più), che mi ha descritto così: 

 

“Per come lo conosco io, Pablo sa sfidare, per alcune sue ragioni interiori che solo lui potrà raccontare a chi, al momento giusto della vita e nel modo giusto, gliele saprà chiedere. Ma Pablo sa anche incontrare. Ed è stato bello incontrarlo. Perché è curioso degli altri, e te ne accorgi dal suo sorriso, che un po’ ti prende in giro, un po’ ti scruta, un po’ ti domanda, ma alla fine è un sorriso buono. Perché Pablo è di pasta buona, anche se non vuole mostrarlo troppo. Perché poi sai mai che gli rovini la reputazione? Però, secondo me, Pablo è profondamente buono. Anche se forse lui adesso dirà “eh no no no no no…”. Ed è intelligente. Nel senso che sa leggere dentro le cose, vuole trovarci un senso, vuole capirle. E le capisce. Alla fine, le capisce.

Infine, Pablo sa aprire le porte e guardare nelle stanze per curiosare, quando pensa che dentro ci sia qualcosa che lo interessi. E poi ci cammina dentro, in quelle stanze, lento e un po’ sornione.”

 

Lui per me è stato un “maestro”, l’unico che mi ha trasmesso un insegnamento, tutti gli altri sono insegnamenti che ho appreso io, entrando nelle storie delle persone che ho incontrato nei miei vent’anni. In questi quattro anni con lui, attraverso la letteratura e la storia, ho trovato delle certezze alle mie convinzioni.

Quel piccolo […] insieme ad un altro simpatico uomo di statura media, con un paio di occhiali e con un buffo taglio di capelli, hanno impostato le fondamenta del mio castello futuro. 

Nel mondo della cinematografia penso di poter trovare lo strumento per mettere in scena le mie convinzioni ed esprimere i miei liberi pensieri, che con le sole parole non riuscirei. 

Ora che sono arrivato alla fine di questo percorso, guardandomi indietro vorrei concluderlo con due frasi che sento mi appartengano. La prima, che rappresenta per me una sorta di comandamento, è questa: “Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere, mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi i miei dolori, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io. E solo allora mi potrai giudicare.  Ognuno ha la propria storia.”2 ed importante essere consapevoli. La seconda, che esprime qualcosa che spesso mi devo ricordare, è questa: “Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è sempre stato così, e così sarà per sempre”3. Spero di potermi sentire libero nel mio castello dei sogni. 

note

1. “Sono l’unica persona che vorrei davvero conoscere fino in fondo” è una frase di Oscar Wilde 

2. “Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere…” è una frase di Luigi Pirandello

3. “Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è sempre stato così, e così sarà per sempre” è una frase di John Keating (film L’attimo fuggente)