La mia storia inizia diciannove anni fa, in particolare in un pomeriggio di dicembre, in cui riuscivo a stare in braccio a mio fratello che all’epoca aveva quattro anni. Qualche volta ci penso a come sarebbe semplice se tutto fosse ancora come a quei tempi; in realtà non so nemmeno come ci sono arrivato a questo punto, è passato tutto troppo in fretta. Ed ora eccomi qui, alla fine dell’ultimo anno dubbioso e spaventato perchè non so cosa succederà in futuro, cosa farò o con chi sarò. Da questo punto si apre un capitolo completamente nuovo ed inesplorato; mi appoggerò molto su un punto fermo della mia vita, gli amici. Ci sono sempre stati e so che sarà così ancora per molto. Ci sono state anche altre persone che mi hanno aiutato in questi anni. In primis i miei genitori che mi hanno dato un’ottima educazione e non mi hanno mai fatto mancare niente a livello materiale e sentimentale fin da quando ero piccolo. Il maestro di Ju-Jitsu ha avuto un ruolo importante nella mia crescita perché era il più simpatico e scherzoso, ma quando serviva tirava fuori il carattere e sgridava; da lui e dallo sport in generale ho imparato che ognuno ha i suoi problemi e le proprie cose da sfogare, ma la prima cosa che deve esserci è il rispetto dei superiori, dei compagni e del luogo. Infine penso che una persona importante sia il mio padrino di Battesimo; è amico di mio padre da trent’anni e anche se quando ero piccolo non mi stava particolarmente simpatico da qualche tempo a questa parte abbiamo creato un bel legame unendo delle passioni comuni come il ciclismo. Stiamo progettando per l’estate dei viaggetti da fare in bici e un giorno mi piacerebbe girare l’Italia in questo modo. Come sport pratico atletica e nello specifico velocità sulle distanze corte. Dato che non sono riuscito a raggiungere certi obiettivi nello sport mi piacerebbe diventare un fotografo sportivo che immortala quei momenti unici ed emozionanti; sarebbe bello riuscire a scattare foto ad atleti come Jacobs, Tamberi o ancora meglio Leclerc e Hamilton. Se accadrà non lo so, ma la speranza è l’ultima a morire. Che sia per questo che mi hanno sempre definito un ottimista? Credo di sì . Mi è sempre venuto naturale pensare positivo, vedere in ogni circostanza il lato positivo anche se le cose vanno male, pensare che farò meglio la prossima volta se fallisco in qualcosa. Tutto questo penso dipenda da come si ha la visione della realtà; io ritengo che qualsiasi cosa dipenda da noi perché il destino alla fine è solo un insieme di scelte che si intrecciano. Chi sono io? In sintesi direi che sono un ragazzo capace di guardare una serie TV intera in un giorno, ma che ama stare con gli amici e fare attività sportive, pieno di sogni, ma che non sa come realizzare anche se ci proverà in ogni modo possibile.